Sperimentazione della metodologia Roundabout: riflessioni dai professionisti europei dell’orientamento professionale (CGC) 

La metodologia Roundabout rappresenta un approccio innovativo all’orientamento professionale (Career Guidance Counseling – CGC), pensato per supportare le persone nell’affrontare le sfide della trasformazione digitale e del miglioramento delle specifiche competenze. Nell’ambito del progetto CGC DigiTrans, professionisti dell’orientamento provenienti da Italia, Germania e Paesi Bassi hanno sperimentato questa metodologia multi-attore, ottenendo preziose indicazioni sulla sua applicazione e sul suo impatto. 

Nei tre Paesi – Germania, Italia e Paesi Bassi – sono stati condotti in totale 10 studi di caso, che hanno coinvolto utenti diversi, dai giovani neolaureati a professionisti con esperienza in cerca di una transizione di carriera. Cinque di questi casi sono stati raccolti in un fascicolo, scaricabile gratuitamente dal sito web, utile per esercitarsi con la metodologia Roundabout. Il Roundabout, infatti, è un processo strutturato in sei fasi, dimostratosi efficace nel promuovere l’autoconsapevolezza, individuare lacune nelle competenze digitali e facilitare l’accesso a opportunità formative mirate. 

In Italia, i consulenti hanno lavorato con utenti provenienti da diverse regioni, tra cui una studentessa universitaria di 23 anni in difficoltà con gli strumenti digitali nella stesura della tesi, un posturologo di 34 anni con l’aspirazione di diventare insegnante, e due donne quarantenni in cerca di nuove opportunità lavorative dopo aver perso il lavoro. Attraverso il Roundabout sono stati forniti interventi personalizzati per affrontare barriere psicologiche, aumentare la motivazione e mettere in contatto le persone con risorse educative e lavorative adeguate. 

I casi pilota tedeschi hanno riguardato un commesso in una panetteria di 53 anni, desideroso di migliorare le proprie competenze digitali per una riqualificazione professionale, e una madre single di 35 anni con cinque figli, in cerca di un impiego d’ufficio. I consulenti sono riusciti a gestire queste situazioni diversificate sfruttando la flessibilità della metodologia Roundabout, adattando il supporto offerto, superando la paura della tecnologia e facilitando l’accesso a percorsi formativi coerenti con gli obiettivi degli utenti. 

Nei Paesi Bassi, la sperimentazione si è concentrata su due casi distinti: una donna di 55 anni originaria del Suriname, con lunga esperienza nel settore delle pulizie, che desiderava sviluppare competenze digitali e comunicative per avanzare nella carriera; e una professionista di 51 anni nel settore delle politiche ambientali, costretta a cambiare carriera a causa di modifiche legislative, con la necessità di aggiornarsi sull’uso di software di project management. 

In tutti e tre i Paesi, la metodologia Roundabout ha dimostrato il suo potenziale trasformativo, permettendo ai consulenti di accompagnare i clienti in un percorso strutturato ma adattabile. Tra i punti di forza emersi vi sono materiali ben organizzati, l’enfasi sulla creazione di reti e sul coinvolgimento degli stakeholder, e la capacità di personalizzare gli interventi in base alle esigenze individuali. 

L’implementazione ha anche messo in evidenza alcune sfide e ambiti di miglioramento. Coinvolgere i datori di lavoro e promuovere una cooperazione significativa tra gli attori del territorio si è rivelato complesso, richiedendo un impegno notevole da parte dei consulenti per sensibilizzare e preparare l’ambiente. Barriere psicologiche – come bassa autostima, paura del cambiamento e difficoltà nella gestione dello stress – hanno rappresentato ulteriori ostacoli per alcuni utenti, evidenziando la necessità di rafforzare il supporto psicologico all’interno del metodo Roundabout. 

Nonostante queste difficoltà, i risultati ottenuti con la metodologia Roundabout sono stati notevoli. Gli utenti hanno riportato un aumento della fiducia in sé stessi, una maggiore motivazione a intraprendere percorsi formativi o di reinserimento lavorativo, e piani di carriera concreti o nuove opportunità di lavoro. L’impatto positivo ha superato la sola dimensione professionale, contribuendo al miglioramento della qualità della vita e all’attivazione di risorse personali e professionali preziose. 

Guardando al futuro, la metodologia Roundabout si presenta come uno strumento promettente per sostenere le transizioni di carriera nell’era digitale. Per migliorarne ulteriormente l’efficacia, si raccomandano alcuni perfezionamenti, come l’integrazione di strumenti di autovalutazione, la formazione continua dei consulenti e un maggiore focus sugli aspetti psicologici degli utenti. Inoltre, sarebbe utile creare spazi strutturati per permettere ai consulenti di riflettere sulle proprie competenze digitali e monitorare il proprio sviluppo professionale. 

Importanti suggerimenti per chi desidera utilizzare la metodologia Roundabout sono raccolti nelle Linee guida per l’implementazione, scaricabili gratuitamente dal sito web. Inoltre, è disponibile un podcast con l’esperienza di vita della dott.ssa italiana Rita Zarbo, così come l’intervista al Dr. Matthias Zick-Varul, uno degli autori della proposta progettuale. Entrambi i contenuti sono molto interessanti e informativi. 

In conclusione, la sperimentazione condotta in Italia, Germania e Paesi Bassi ha dimostrato il potenziale della metodologia Roundabout come approccio inclusivo, personalizzato e orientato alle risorse nell’ambito dell’orientamento professionale. Sfruttando un processo strutturato ma flessibile e coinvolgendo attivamente gli ecosistemi locali, la metodologia può rafforzare l’efficacia dei servizi CGC e generare risultati significativi e duraturi per le persone che affrontano le complessità della transizione digitale. 

 

Skip to content